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Perché l’innalzamento del tetto al contante può ridurre l’evasione fiscale e non aumentarla

 
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no degli argomenti più discussi nei dibattiti televisivi e sulla carta stampata degli ultimi giorni è sicuramente l’innalzamento del tetto del contante da parte del nuovo governo.

Diversi giornalisti e politici si esprimono in modo molto critico contro l’innalzamento della soglia di contante consentita per le transazioni commerciali, adducendo come motivazione il fatto che favorisca l’evasione fiscale da parte dei commercianti, che ricevono pagamenti in banconote invece che attraverso i circuiti di pagamento elettronici.

I succitati individui si esprimono con frasi come: “Lo sappiamo tutti che se a un commerciante o al meccanico chiedi di non farti lo scontrino o la fattura, e paghi in contanti, ti riconoscerà un bello sconto perché non paga le tasse”.

Questa frase ad effetto, che sembrerebbe scontata, in realtà dimostra, nella migliore delle ipotesi, una estrema ignoranza in merito all’A,B,C del commercio e del fisco – che dovrebbe consentire di destituirli immediatamente – e ,nella peggiore delle ipotesi, una pericolosa malafede.

L’assurdità di tale ragionamento sta nel fatto che, mentre è ovvio che evadendo il fisco non possano essere usate le transazioni elettroniche, non è assolutamente vero il contrario, cioè che ricevendo pagamenti in contanti si venga agevolati nell’evasione fiscale.

Ogni commerciante sa, infatti, che se riceve un pagamento in contanti dovrà registrare l’entrata in cassa dell’ammontare incassato.

Il registro di cassa deve sempre quadrare tra entrate e uscite di contante, se il commerciante riceve una visita dalla Guardia di Finanza e questa rileva un’anomalia tra quanto dichiarato nel registro e il contante fisicamente presente, verrà elevata la sanzione, esattamente come se il commerciante non avesse emesso lo scontrino, o la fattura.

Il commerciante non potrà quindi spendere quel contante in modo illecito, perché dovrà registrarne l’uscita di cassa a fronte di regolare ricevuta fiscale, o fattura, per un acquisto da lui effettuato, oppure per averlo versato sul conto bancario aziendale.

Tecnicamente non vi è quindi nessuna differenza in termini di incentivo all’evasione se la soglia del contante viene alzata.

Resta altresì vero che tutto dipende dall’onestà del commerciante e del cliente, che sono correi in caso di mancata emissione del documento fiscale, cosa che non cambia in funzione della soglia di contante consentito per le singole transazioni.

I due individui di cui sopra, infatti, si comporterebbero nello stesso modo anche se il governo abbassasse la soglia del contante a 10 Euro.

È elementare e assolutamente ovvio che, se un commerciante vuole incassare in nero, se ne infischia totalmente del valore fissato per legge alla soglia del contante ammessa per le transazioni dichiarate, semplicemente perché lui non sta dichiarando nulla, sta facendo un’altra partita, sta “praticando un altro sport”.

Per assurdo invece, con l’attuale soglia del contante a 2000 Euro, se un commerciante – per esempio un gioielliere – deve incassare 2500 Euro per un anello o un orologio, nonostante il cliente abbia a disposizione tale importo in contanti non sarà lui possibile saldare il pagamento in modo regolare.

Egli sarà quindi portato a chiedere al commerciante di emettere scontrino solo per i 2000 Euro consentiti dalla legge e di poter pagare i restanti 500 Euro in nero – magari con uno sconto – dato che il commerciante non deve dichiararli.

Il commerciante, piuttosto che perdere la vendita, sarà tentato a cedere alla richiesta del cliente, ancor più se questo è straniero e abituato ad acquistare senza limiti di contanti negli altri paesi.

Ricordiamo, inoltre, che anche le carte di credito hanno un tetto di spesa per motivi di sicurezza, e questo non è relativo alla singola operazione ma, una volta raggiunto il massimo spendibile nell’arco del mese, lascerebbe il cliente senza possibilità di ulteriore spesa, anche di minimi importi.

Addirittura con il Bancomat il limite è nettamente inferiore e solitamente giornaliero.

Come detto sopra, quindi, l’evasione è solo ed esclusivamente legata all’onestà di venditore e acquirente ed è totalmente non influente l’innalzamento della soglia di contante, piuttosto lo è una soglia bassa.

È pur vero che chi dispone di ingenti quantità di denaro nero, o di origine illecita, può essere facilitato nello spenderne piccole quantità, ma questo non ha nulla a che vedere con l’affermazione dei politici che abbiamo citato sopra e non cambia certo le sorti di chi vive di malavita.

Tornando all'affermazione sull'emissione dello scontrino/fattura, perché allora tanti politici e giornalisti dimostrerebbero tanta ignoranza o malafede?

 

Come sempre, attiviamo il nostro senso critico e cerchiamo di capire il motivo che sta dietro a tutto ciò.

 

La realtà è che, negli ultimi decenni, si sta completando il disegno di una progressiva eliminazione del contante dalla circolazione per poter controllare e tracciare, sempre più, ogni minima abitudine dei cittadini e, al contempo, renderli totalmente dipendenti dalle banche e dalla finanza.

Praticamente non potrete più essere liberi di spendere i VOSTRI soldi — che vi siete onestamente guadagnati ­– se non passando attraverso un istituto bancario o finanziario, rimpinguandone obtorto collo le casse ed essendo tracciati in tutti gli acquisti che farete, consentendo così la completa profilazione della vostra persona che potrà essere utilizzata per altre future limitazioni alle vostre libertà.

Ma entreremo nel dettaglio di questo argomento in futuro, quando affronteremo anche il tema delle CDBC (Central Bank Digital Currency), le criptovalute della banca centrale con cui sarà possibile obbligare i cittadini a spendere il denaro solo per specifici tipi di acquisti, bloccarne l’uso a tempo, o definitivamente, in base al comportamento del cittadino.

Tutto questo è qualcosa di molto simile alle libertà concesse, o meglio ristrette, dal Green Pass, ma con effetti devastanti sulle libertà personali e sulla proprietà del denaro che la costituzione “dovrebbe” invece garantire.

Per correttezza dobbiamo sottolineare che il corretto impiego della leva finanziaria offerta dalle banche e dalle finanziarie nell’ambito di libere scelte della clientela non è oggetto di questo articolo, ciò che è assolutamente negativo è la limitazione di libertà imposta per legge sulla proprietà e l’uso del proprio denaro contante.

Come loro solito, i burattini del sistema, cercano di trovare motivazioni (in questo caso fiscali) che riscuotano il consenso per portare a termine i propri piani con secondi fini, che non vi riveleranno anche a costo di passare per assoluti ignoranti, come in questo caso.

Il programma di cui sopra ha, tra i successivi traguardi, quello di privare i cittadini di ogni proprietà, presto non converrà più acquistare un’auto ma i veicoli saranno praticamente disponibili solo con forme di noleggio a lungo termine.

Lo stesso dicasi per la casa, i cittadini saranno portati a non avere più possibilità, o convenienza, ad acquistare una casa propria, ma dovranno affittare quelle di proprietà dei colossi finanziari e immobiliari.

Negli ultimi anni l’Italia è diventata il banco di prova europeo di politiche neoliberiste e transumaniste, sia sotto il profilo economico-finanziario sia sotto quello sanitario e quello migratorio.

Lascio ai lettori valutare, tra l’innalzamento della soglia del contante e lo scenario di totale privazione della libertà cui stiamo andando incontro, cosa sia meglio per i propri figli e nipoti in un futuro che si sta plasmando ora e che ancora a troppo poche persone è sufficientemente evidente. È quanto mai indispensabile diffondere questi concetti a chi si conosce.

Cari metapseudi, come sempre, mente aperta e antenne dritte di fronte a ogni notizia che i media di sistema vi propinano.

Al prossimo articolo!   

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